Può un procedimento dinanzi alla Corte d’Appello di Roma concludersi, di fatto, in meno di sei mesi. È quanto accaduto in un procedimento patrocinato dal nostro Studio legale dinanzi alla Corte d’Appello Civile di Roma, organo che, secondo i report del Ministero della Giustizia e dell’ISTAT, presenta il più alto numero di giudizi pendenti e nuovi procedimenti annui tra le Corti diffuse sul territorio nazionale.
Eppure, a fronte di un procedimento iscritto a ruolo il 23.05.2024, il Giudice di secondo grado ha reso il dispositivo in data 31.10.2024, dopo appena cinque mesi, accogliendo le domande del ricorrente e riformando parzialmente la sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Tivoli, adito per dirimere una controversia in tema di occupazione di un immobile.
La carenza di organico della magistratura e la consequenziale dilazione delle tempistiche processuali sono, forse oggi più che mai, al centro di numerose riflessioni critiche, avanzate non solo dagli operatori del diritto, ma sempre più spesso anche dai cittadini.
Come evidenziato dal Consiglio Nazionale Forense lo scorso 25 Gennaio 2024, difatti, in Italia la durata media di un processo di appello civile è di 1026 giorni.
Tale statistica desta, peraltro, ancor più stupore se accostata alla media europea: oltre i confini del Bel Paese, la durata media di un procedimento di appello è pari a soli 177 giorni.
La prospettiva di sostenere un secondo grado di giudizio, dalla durata di diversi anni e dagli esiti incerti, ovviamente mal si concilia con l’esigenza di ottenere la liberazione di un immobile oggetto di occupazione, anche in considerazione della natura strettamente sociale rivestita dal tema.
In un simile contesto, la definizione del procedimento in soli 161 giorni ad opera della Corte d’Appello di Roma rappresenta, se non l’indice di un’inversione di tendenza potendosi trattare di un caso isolato, certamente un’occasione per tornare a credere nell’effettività della tutela giurisdizionale, tanto per i giuristi, quanto più per tutti coloro i quali si rivolgono alla Giustizia per la salvaguardia dei propri diritti.
Dott. Matteo Di Battista
