IL CONTENZIOSO PREVIDENZIALE DELLE AZIENDE: RICHIESTA DI RESTITUZIONE DEI CONTRIBUTI E DEI BENEFICI CONTRIBUTIVI

Nell’ambito del contenzioso giuslavoristico, il contenzioso previdenziale che vede coinvolte le aziende è un tema di rilevante importanza, soprattutto alla luce del complesso quadro normativo regolante la materia previdenziale.

Una delle questioni più delicate in questo ambito riguarda la richiesta da parte degli enti previdenziali, principalmente l’INPS, di restituzione di contributi o benefici contributivi goduti dalle aziende in maniera indebita o non conforme alla legge e che va a confluire in quello che viene definito contenzioso previdenziale.

Come noto, le aziende possono beneficiare di diversi regimi agevolati in termini di contribuzione previdenziale. Questi benefici, previsti da leggi specifiche o interventi normativi a sostegno dell’occupazione, possono includere riduzioni dei contributi dovuti o esoneri totali o parziali. Tuttavia, l’accesso a tali agevolazioni è subordinato al rispetto di determinati requisiti normativi, e il mancato rispetto di tali requisiti può determinare la revoca dei benefici concessi, con richieste di ripetizione dei contributi o dei benefici percepiti.

I casi più frequenti di contenzioso derivano da:

1. Errata applicazione delle agevolazioni contributive: in alcuni casi, le aziende possono erroneamente percepire i benefici contributivi, spesso a causa di una scarsa chiarezza normativa o di interpretazioni divergenti delle norme da parte degli organi di controllo.

2. Verifiche a posteriori da parte dell’INPS: l’INPS, attraverso le proprie attività ispettive, può contestare alle aziende la mancata conformità ai requisiti per ottenere le agevolazioni, richiedendo la restituzione di quanto già percepito.

3. Retrocessione dei contributi versati in eccesso: oltre alla revoca dei benefici, possono sorgere controversie legate alla restituzione di contributi versati in eccesso, per i quali le aziende richiedono il rimborso.

Il contenzioso previdenziale può assumere diverse forme, a seconda della natura delle contestazioni. Le principali tipologie includono:

1. Contestazione di indebiti contributivi: si verifica quando l’INPS richiede all’azienda la restituzione di somme relative a contributi che ritiene indebitamente sottratti all’obbligo contributivo, a causa di errori nell’applicazione delle agevolazioni.

2. Recupero dei benefici indebitamente fruiti: le aziende sono chiamate a restituire i benefici fruiti in caso di accertata mancata rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Questo può avvenire sia per carenza originaria di requisiti sia per la sopravvenuta perdita delle condizioni richieste.

3. Richieste di rimborso da parte delle aziende: talvolta, è l’azienda stessa a intraprendere azioni legali per ottenere il rimborso di contributi versati in eccesso o erroneamente o, comunque, in misura maggiore.

STRUMENTI DI DIFESA DELLE AZIENDE

Di fronte a una contestazione da parte dell’INPS, le aziende possono ricorrere a diversi strumenti di tutela:

1. Il Ricorso amministrativo: prima di adire le vie giudiziarie, le aziende hanno la possibilità di proporre ricorso amministrativo all’INPS. Questo strumento consente una prima valutazione interna dell’ente previdenziale sulla legittimità delle somme richieste o sulla sussistenza di eventuali elementi a favore dell’azienda. Il ricorso amministrativo può costituire una condizione di procedibilità della domanda procedimentale. Ciò significa che se non viene presentato il ricorso amministrativo, l’azienda non può poi rivolgersi al giudice ordinario per ottenere la tutela giurisdizionale.

2. Opposizione dinanzi al Giudice del Lavoro: qualora il ricorso amministrativo abbia avuto esito negativo oppure l’ente previdenziale non si sia pronunciato o si sia pronunciato in ritardo, il richiedente può presentare ricorso all’autorità giudiziaria. L’azienda può promuovere un’azione davanti al tribunale competente in materia di lavoro e previdenza per contestare formalmente le richieste di restituzione o recupero.

3. Richiesta di compensazione: nel caso in cui l’azienda possa dimostrare di avere diritto a crediti previdenziali nei confronti dell’INPS, è possibile richiedere la compensazione tra debiti e crediti.

4. Difesa nei confronti delle ispezioni: un altro strumento di difesa è la corretta gestione delle verifiche ispettive. L’azienda può dimostrare la corretta applicazione delle normative e dei benefici contributivi, producendo la documentazione necessaria e utilizzando consulenti qualificati per sostenere la propria posizione.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

La giurisprudenza sul tema è vasta e diversificata, con orientamenti talvolta discordanti tra i vari tribunali. Uno dei principali temi dibattuti riguarda l’interpretazione delle norme che disciplinano i requisiti per accedere ai benefici contributivi. In alcuni casi, le pronunce di merito hanno riconosciuto la buona fede delle aziende che, basandosi su indicazioni ufficiali o prassi amministrative, avevano ottenuto i benefici, limitando l’obbligo di restituzione.

Un altro punto di dibattito riguarda la prescrizione del diritto dell’INPS di richiedere la restituzione dei contributi. Recenti sentenze hanno stabilito che, in mancanza di dolo o colpa grave da parte dell’azienda, il termine di prescrizione di cinque anni previsto per le richieste di restituzione di somme indebitamente percepite non possa essere comunque superato.

Altra questione valutabile è il principio di legittimo affidamento, che impone di tutelare l’interesse del privato o dell’azienda dinanzi ad una situazione ormai consolidatasi per atti o comportamenti della pubblica amministrazione.

E’ tuttavia da rammentare che in forza del potere di autotutela spettante, in via generale, alle amministrazioni pubbliche, l’Inps è legittimato a compiere atti di verifica, di rettifica e di valutazione di situazioni giuridiche preesistenti, nonché ad annullare d’ufficio, con effetto ex tunc, qualsiasi provvedimento che risulti ab origine adottato in contrasto con la normativa vigente, ivi compreso quello concernente la fruizione di uno sgravio contributivo.

Da tale potere consegue quello di provvedere all’eliminazione degli effetti del precedente atto illegittimo mediante il recupero dei contributi indebitamente non corrisposti dal soggetto obbligato, senza che a ciò sia d’ostacolo la buona fede del debitore, essendo irrilevanti gli atteggiamenti psicologici nello svolgimento del rapporto previdenziale, completamente governato dalla legge e soggetto ad un regime pubblicistico, salvo che sia la legge stessa a disporre, in via d’eccezione, diversamente (Cassazione 12466/1991, 5088/1995, 1399/2000).

In conclusione, il contenzioso previdenziale delle aziende per la restituzione di contributi e benefici contributivi è una materia di grande impatto per il mondo imprenditoriale, anche alla luce della rilevanza degli importi afferenti le richieste di restituzione. Le aziende devono essere consapevoli dei rischi legati all’applicazione non conforme delle agevolazioni e delle possibili conseguenze derivanti dalle verifiche ispettive.  Al tempo stesso, è fondamentale approntare i necessari strumenti di tutela per difendersi da richieste indebite e per far valere i propri diritti.

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